domenica 2 luglio 2017

Charlie combatte. Noi con lui

Lo dicevo ieri mattina mattina in radio a “Leggiamo insieme Avvenire”, in una puntata che ho voluto (e ringrazio Radio Mater per il consenso immediato) tutta dedicata a Charlie Gard: Costanza Miriano ci ha aiutati a ribaltare la prospettiva. L’Italia non è il fanalino dell’Europa sui diritti, ma un faro di civiltà in un’Europa anestetizzata, stanca, annebbiata da un’ideologia antiumana. 


Il grido vibrante che si sta levando in questi giorni dall’Italia lo dimostra: nessun altro Paese sta combattendo con il nostro coraggio. «Ci dicono che siamo in ritardo, che dobbiamo far presto ad approvare questa legge per metterci alla pari. Ma alla pari con chi? Quali sono i paesi che stanno avanti? Quelli che vogliono che a nessun bambino down sia permesso di vivere? Quelli che vogliono l’eutanasia per i bambini malati e i vecchi improduttivi? L’aborto sempre, anche al sesto mese? Quelli stanno avanti nel declino di questa Europa in cui si nasce sempre di meno e ci si suicida sempre di più? Noi siamo l’Italia e fermeremo questa ondata che sta sconfiggendo l’umanità. A noi che fondavamo il diritto quando i barbari ancora si tingevano la faccia, non ce ne importa niente se “ce lo chiede l’Europa”. Ce lo chieda pure, ma noi diciamo no» (C. Miriano, Circo Massimo di Roma, 30 gennaio 2016).


Sempre ieri, in serata, da piazza del Carmine un canto si insinuava nelle stradine vicine: “La porta è sempre aperta, la luce sempre accesa… Il fuoco è sempre vivo, la mano sempre tesa…” E il cuore volava a Londra. Non vogliamo pensare a domani, quando scadrà la proroga concessa dai medici. Oggi la luce di Charlie brilla più splendente che mai sulla nostra Europa spenta. Ogni speranza è valida, ogni sforzo è importante. L’orologio della morte non si ferma. Nemmeno noi.

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