giovedì 2 novembre 2017

Tutti i Santi: "Festa di luce e di speranza"

“Carissimi fratelli e sorelle,
Siamo agli inizi del mese di novembre, mese che la Chiesa dedica, in modo particolare, al ricordo e alla preghiera per i nostri fratelli defunti: potrebbe sembrare un tempo velato di tristezza, perché il pensiero dei nostri cari, che non sono più tra noi, ci fa percepire la fragilità e la precarietà della nostra esistenza. La stessa natura, nei colori autunnali, nello spettacolo delle foglie che ingialliscono e cadono, sembra ricordarci questa condizione mortale, da sempre cantata ed espressa dai poeti: «Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie», così scriveva il nostro grande Giuseppe Ungaretti.

Eppure, ci fa bene sostare sul mistero della morte, prendere di nuovo contatto con la verità della nostra condizione umana, andare a visitare le tombe dei nostri cari in questi giorni, proprio in un tempo nel quale, da una parte, si vive, si pensa e si agisce, come se la morte non ci fosse, o come se tutta la vita fosse qui, negli anni che ci sono donati sotto questo cielo; d’altra parte, ci sono tentativi di esorcizzare la morte, di ridurla a uno “spettacolo” – in fondo il triste rito di Halloween, con i suoi aspetti banali o inquietanti, è un modo per non essere seri e leali di fronte alla morte e per non interrogarci sul senso della nostra vita e sul nostro destino totale – o si coltivano sogni di raggiungere una condizione di vita illimitata, sogni che possono diventare incubi!

Ora, è bello che la Chiesa ci faccia entrare in questo mese, attraverso il “portale” della festa di oggi, Solennità di Tutti i Santi, perché è una festa piena di luce e di speranza, e ci permette di andare oltre il velo di malinconia, che la morte sembra portare con sé.

Testimonianza su Chiara Corbella in Carmine a Pavia

Festa di luce e di speranza, perché parlare di santità significa riscoprire la grandezza e la bellezza del nostro destino di creature, volute e amate da Dio, chiamate a partecipare alla sua vita e alla sua gioia: i santi sono tutti coloro che ci hanno preceduto nel pellegrinaggio dell’esistenza, in questo tempo di prova, nel quale decidiamo di noi stessi di fronte a Dio, e che ora vivono, per sempre, nell’abbraccio del Padre, del Figlio e dello Spirito, nell’intensità, per noi inimmaginabile, di un eterno presente, immerso nella luce e nella beatitudine. Con il linguaggio semplice della fede, i Santi sono la Chiesa che vive la gioia del Paradiso, e come ricordava Papa Francesco: «Il paradiso non è un luogo da favola, e nemmeno un giardino incantato. Il paradiso è l’abbraccio con Dio, Amore infinito, e ci entriamo grazie a Gesù, che è morto in croce per noi. Dove c’è Gesù, c’è la misericordia e la felicità; senza di Lui c’è il freddo e la tenebra» (Udienza generale, mercoledì 25/10/2017).

Celebrare la solennità di Tutti i Santi è ritrovare il senso della nostra vita: siamo stati chiamati all’esistenza, non per caso, fragili esseri, gettati nel tempo, scintille che appaiono e poi scompaiono, inghiottite dal buio del nulla! Ma Dio ci ha pensati, ci ha voluti, ci ha tratti dal nulla, per essere suoi figli, suoi familiari, partecipi di una vita che non ha fine, che non è il prolungamento indefinito di questa esistenza, segnata da tanti limiti, ma è una vita nuova, che supera ogni immaginazione e ogni desiderio. Come diceva il Catechismo di San Pio X, «siamo stati creati per conoscere, amare e servire Dio e goderlo nell’altra vita».


Le letture dell’odierna liturgia, in vari modi, evocano e descrivono il volto dei santi: nella visione dell’Apocalisse sono la moltitudine immensa, «di ogni nazione, tribù, popolo e lingua» (Ap 7,9), di «quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello» (Ap 7,14). È la tribolazione della vita, della testimonianza della fede, anche fino al martirio, della fedeltà quotidiana a Dio e al Vangelo.
Per l’apostolo Giovanni, noi tutti, in quanto figli di Dio, già ora siamo santi, partecipi della vita di Dio, in cammino verso la piena manifestazione del Signore e la nostra totale configurazione a lui: «Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è» (1Gv 3,2).

Nel Vangelo i santi sono i beati, gli uomini e le donne delle beatitudini, che vivono il miracolo di un’umanità trasfigurata. Amando e seguendo Gesù, si fanno poveri di spirito, disposti a condividere, nel pianto, la sofferenza, miti nella testimonianza della verità, affamati e assetati di giustizia, nel rapporto con Dio e tra gli uomini, misericordiosi, capaci, per grazia, di perdono, puri e trasparenti di cuore, operatori di pace e di riconciliazione, disponibili a essere perseguitati per la giustizia e per il nome di Gesù.

Fratelli e sorelle, apriamo bene gli occhi, per riconoscere il dono di questi testimoni, che non mancano mai nel cammino della Chiesa, e che sono segno di luce, di speranza, segno della potenza di Cristo, che sa davvero trasformare la vita di chi si consegna a lui, giorno dopo giorno. Oggi, in questa festa, facciamo memoria di Tutti i Santi, non solo quelli canonizzati e venerati: sono i santi del quotidiano, che possiamo incrociare nella nostra vita, e che possiamo diventare anche noi, nella fedeltà di un cammino di vera amicizia con Cristo. Mamme, papà nonni, fratelli e sorelle, giovani, amici, che in famiglia, a scuola, in università, sul lavoro, nelle corsie di un ospedale, nella prova di una dura malattia, sanno fare della loro vita un dono, un’offerta lieta a Gesù, un canto di speranza: sono i santi tra noi, beati, felici, pienamente realizzati, nella pazienza, nel crogiuolo di una lenta purificazione!


Che grazia incontrare e frequentare volti di santi, noti e ignoti, e quanto dovremmo riscoprire, anche nella catechesi, nella formazione in famiglia e nelle nostre comunità, la figura e la vita dei Santi, magari iniziando da santi più vicini a noi: invece di accogliere, senza discernimento, certe mode, magari vestendo i nostri bambini da streghe, mostri e diavoli, impariamo a conoscere e far conoscere loro la vita dei santi, che sono i più grandi amici!

Che spettacolo, ieri sera, nella chiesa del Carmine, la testimonianza di una giovane mamma, morta nel 2012, Chiara Corbella Petrillo, nel volto e nelle parole della sorella Elisa, circondata dalla sua bella famiglia, normalissima (con tre bimbi piccoli), con le loro fatiche, eppure diversa per la fede in Cristo! Che spettacolo il silenzio di tanti presenti, molti giovani, nell’ascolto e poi nella preghiera d’adorazione davanti all’Eucaristia: com’era evidente la grazia di una Presenza viva e reale tra noi!

Fratelli e sorelle, lasciamoci investire e toccare dal dono di questi giorni – oggi la Solennità di Tutti i Santi e domani la Commemorazione dei Fedeli Defunti – non permettiamo che sia sottratta la bellezza di questo tempo, dove sostare con più calma di fronte alla verità e alla serietà della nostra esistenza di uomini, in cammino verso l’Eterno. E riscopriamo la gioia di essere figli della Chiesa, che è madre di santi: la “Santa Madre Chiesa”, che è tale proprio perché genera e educa come figli, uomini e donne che vivono e testimoniano l’avventura della santità, l’avventura di una pienezza di vita, altrimenti ignota al mondo. Maria, madre e regina di Tutti i Santi, prega per noi! Amen.” (Omelia del vescovo di Pavia, mons. Corrado Sanguineti, per la Solennità di Ognissanti, mercoledì 1 novembre 2017, Duomo di Pavia

(il racconto delle celebrazioni è in edicola oggi, sulle pagine de “la Provincia Pavese”) (le foto sono tratte dalla veglia “La notte dei Santi”, con la testimonianza di Elisa Corbella)

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